Il 1984 è probabilmente l'anno più importante della storia del Napoli: dalla salvezza conquistata in extremis all'esaltazione collettiva del 4 luglio al San Paolo quando Diego Armando Maradona saluterà quello che sarebbe stato il suo pubblico per i successivi sette anni. Viene confermato Marchesi alla guida della squadra e si imposta un lavoro che potrà dare i suoi frutti negli anni: accanto a Maradona (acquistato per una somma equivalente a 650 Kg. di oro) vengono presi De Vecchi, Penzo, Marino e Daniel Bertoni, argentino con il quale Diego potrà instaurare un dialogo dentro e fuori dal campo. Ma forse il rinforzo più importante è Salvatore Bagni, (vedi foto) centrocampista della Nazionale. L'organico è di prim'ordine ma l'inizio di campionato è molto deludente. Bagni è svogliato, Penzo non ingrana, Bertoni è poco incisivo e Maradona è spesso isolato dalla manovra; ma è soprattutto la difesa che non convince. A sorpresa, nel mercato di riparazione, Juliano conclude uno scambio De Rosa - De Simone (un'attaccante per uno stopper). A Natale il Napoli è in zona retrocessione; fortunatamente il giorno dell'epifania, in una giornata caratterizzata da un freddo glaciale e da una consistente nevicata prima e durante la partita, con uno scatto di orgoglio la squadra riuscì ad imporsi per 4 a 3. Da quella domenica, preceduta in settimana da un lungo ritiro "chiarificatore" in costiera amalfitana, il Napoli iniziò l'ascesa che lo porterà allo scudetto del 1987.La stagione si concluse un po' meglio che nel recente passato, ma molto peggio di quanto ci si aspettasse. Anche Ferlaino, fermamente deciso a cambiare in meglio, aggancia Italo Allodi che già prima dell'ufficializzazione del suo ingaggio, opera nell'ombra. A fine stagione 1984/85, con l'ufficialità del ruolo, rende noto i lavoro svolto: Ottavio Bianchi allenatore, ed i giocatori Giordano, Pecci, Renica, Garella, Buriani e Filardi. Infine Pier Paolo Marino sostituisce Juliano che non gradiva ruoli di secondo piano. Inizia così l'epoca della "programmazione" e dei progetti ambiziosi e di lungo periodo. Il campionato 1985/86 si conclude con un terzo posto anche per una serie di episodi negativi: Maradona ha problemi al ginocchio sinistro, Buriani è messo fuori causa da un duro intervento di Mandorlini, Giordano (vedi foto) si frattura la clavicola in un incidente automobilistico, Bertoni resta fermo per sciatalgia, e Bagni colleziona molte giornate di squalifica. E' la prova generale del campionato 1986/87 che segnerà il primo trionfo azzurro. In campagna trasferimenti arrivano De Napoli (vedi foto), Carnevale (vedi foto), Sola, Volpecina, Muro e Romano (giunto soltanto con il mercato di riparazione). Bianchi farà alternare la prima squadra con i rincalzi durante tutta la Coppa Italia che verrà vinta con 13 vittorie su 13 incontri. La prima edizione della Supercoppa Italiana, prevista per quest'anno, sarà rinviata all'anno successivo perché sia il Campionato Coppa Italiafurono vinti dal Napoli.



Il gioco di Bianchi


l modulo tattico di Bianchi non fu costruito in funzione esclusiva della presenza di Maradona. E non fu neppure basato sul regista classico anche se il Napoli disponeva di Pecci prima e di Romano poi. Il merito di Bianchi fu quello di creare una squadra che non era Maradona-dipendente ma era ben assortita e capace di produrre un ottimo gioco con Maradona, ma anche un buon gioco nel caso di un'eventuale mancanza dell'argentino. Pecci nell'85/86 e Romano nell'86/87 erano il fulcro della squadra, ma non per catalizzare il gioco bensì per distribuirlo efficacemente. Aveva anche una panchina lunga che sfruttava a dovere sia in funzione delle condizioni fisiche dei giocatori che in funzione dell'avversario. Maradona giocava a volte alle spalle degli attaccanti di turno, Giordano e Bertoni oppure Giordano e Carnevale; a volte agiva di mezza punta per andare in gol o per appoggiare l'altro attaccante. Comunque punti fissi dello schema di Bianchi erano i due marcatori, un centrocampo folto, una o due punte e Maradona che garantiva estro ed inventiva a tutta la squadra. Gli elementi a disposizione dell'allenatore erano anche molto duttili; infatti i difensori fludificavano bene (in primis Renica e Ferrara, in attesa di Filardi e Carannante), i centrocampisti erano sia abili cursori che precisi finalizzatori di gioco e le punte sapevano ben comportarsi anche a centrocampo. Fu quindi un Napoli che seppe imporre il suo gioco in tutti i campi della Serie A!!



1984-85


Sarà stato merito di Juliano, sarà stato merito di Ferlaino ma il 4 luglio 1984 il "POPOLO NAPOLETANO" toccò con mano (anzi verificò con i propri occhi) che il più grande, il più forte, il più "caro" giocatore di tutti i tempi stava davvero calpestando l'erba del San Paolo e che avrebbe vestito la maglia azzurra n. 10 per i successivi 5 anni. Diego Armando Maradona era la materializzazione di un sogno impossibile e la realizzazione di un riscatto morale verso il resto dell'Italia calcistica e non. Attorno a lui viene creata una Signora squadra: ceduto Dirceu per Bertoni (argentino come il pibe), arrivano De Vecchi , Bagni (grande acquisto), Penzo, Puzone, ritorna Marino e c'è l'esordio di Ciro Ferrara (nella foto). Partono anche Casale, Amodio, Frappampina, Krol, Masi, Muro e Palanca. L'esordio tra Coppa Italia e precampionato è piuttosto buono (gran gol di Diego a Pescara in sforbiciata da terra, in coppa Italia). Ma in campionato la partenza non è delle più felici: sconfitta a Verona alla prima per 3-1, pareggio casalingo con la Sampdoria 1-1, di nuovo sconfitta col Toro 3-0. Poi al settimo turno, con la sconfitta di Bergamo, il Napoli è terzultimo in classifica. Marchesi è preoccupato sia di un possibile licenziamento che del ruolo di libero che non sa a chi affidare; vengono provati De Vecchi e Dal Fiume con scarsi risultati. A questo punto Juliano scambia con il Cagliari l'attaccante De Rosa con il difensore De Simone. Frattanto sorgono attriti tra Bagni e Maradona tra i quali Marchesi farà da paciere. A dicembre, con tre sconfitte di fila con Inter, Roma e Juve, la crisi è incombente. Dopo la pausa natalizia, ed un "chiarificatore" ritiro a Vietri (dove si confrontarono faccia a faccia Presidente, tecnico e giocatori) nel giorno della ripresa di campionato (6 gennaio) la befana porta una salutare vittoria per 4 a 3 con l'Udinese in una giornata talmente fredda che, a tratti, nevica in campo. Da questa partita il Napoli inanellerà una serie favorevole che lo porterà all' posto a 33 punti con un girone di ritorno strepitoso (20 punti in 15 partite). Intanto, in un albergo di Milano si ponevano le basi per il futuro Napoli da scudetto.


1985-86


Il 13/3/1985, in un albergo di Milano, Ferlaino ha convocato Allodi (il riformatore del calcio italiano), Pier Paolo Marino (giovane direttore sportivo) e Bianchi (ex azzurro, ora allenatore del Como). Si costituisce un comitato incaricato di far fruttare al meglio l'investimento fatto con l'acquisto di Maradona (vedi foto). Da allora ogni lunedì il team si riunirà per metter a punto le strategie di mercato. Dopo i patimenti difensivi dell'anno precedente, un ruolo da coprire subito è quello di libero. Verrà preso il giovane Renica dalla Sampdoria; terzino sinistro, in alternativa a Raimondo Marino, arriva Filardi dal Varese. A centrocampo l'arrivo di Pecci fa sì che Maradona possa dedicarsi a compiti più offensivi insieme alla punta di classe che è Giordano. Per completare il centrocampo l'ideale sarebbe De Napoli, ma costa troppo ed il suo acquisto viene accantonato per quest'anno. Dopo aver tentato invano con Tardelli, Sabato, Boniek, Cerezo e Scanziani, la scelta cade su Buriani. Castellini lascia per limiti di età e subentra Garella. Partono anche Boldini, Dal Fiume, De Simone, De Vecchi, Di Fusco, Napoletano e Puzone. Ferrario in precampionato si rompe il malleolo, Diego ha problemi al ginocchio ma anche problemi personali; rompe infatti il sodalizio con Cysterpiller e assume Guillermo Coppola come manager personale. Il campionato parte bene ed all'ottava giornata riesce a spezzare l'incantesimo contro la Juve: Bertoni guadagna una punizione indiretta in area di rigore della Juve, batte Maradona e con una parabola beffarda partita dal piede mancino piegato ai limiti dell'impossibile infila la porta dell'esterrefatto Tacconi proteso in un'inutile quanto lunghissimo volo. Peccato che Brio e Bagni vengano alle mani e che su di loro cadranno i fulmini della disciplinare. Di peggio capita a San Siro: Mandolini spezza a Buriani la tibia, il perone e la carriera, Altobelli e Bruscolotti si fanno espellere insieme, Garella viene colpito da qualcosa piovuta dagli spalti ma non ne approfitta e l'arbitro Longhi s'inventa il pareggio 1-1 per l'Inter dopo il vantaggio di Maradona realizzato su assist di Giordano. Per la partita successiva il Napoli dovrà fare a meno di Bruscolotti, Celestini e Pecci squalificati. Infatti l'Udinese pareggerà 1-1 (gol di Maradona su punizione e poi esplulsione dello stesso per reazione ad un fallo di Criscimanni). Alla fine del girone di andata il Napoli è 2° a 6 punti dalla Juve. Il girone di ritorno, tra alti e bassi, ed una buona dose di sfortuna (frattura della clavicola per Giordano, Maradona con problemi fisici e di fuso orario per le trasferte della Nazionale argentina) finisce con il 3° posto sempre a 6 punti dalla Juve. Ci si appresta a vivere il campionato della grande vittoria!


1986-87


Con la conferma di Bianchi allenatore, vengono acquistati il terzino Bigliardi (dal fallimento del Palermo), i centrocampisti Romano (in sostituzione di Pecci) e Sola, ed il terzino sinistro Volpecina. Finalmente riusciamo ad acquistare Ferdinando De Napoli dall'Avellino per sostituire Buriani. Il debutto è dei migliori: vittoria a Brescia con uno splendido gol di Diego. Subito però arriva la doccia fredda dell'eliminazione dalla coppa UEFA, ai rigori, da parte del Tolosa, dopo due pareggi a reti bianche (i rigori decisivi furono falliti da Bagni e da Maradona). Probabilmente, però, l'eliminazione dalla Coppa ha dato una maggiore grinta ed una maggiore concentrazione in campionato ed in Coppa Italia, nella quale vengono spesso impiegate le seconde scelte. Ciò nonostante, il Napoli vincerà la Coppa Italia stabilendo un nuovo record assoluto: 13 vittorie su 13 incontri disputati, con 35 gol fatti e soltanto 5 subiti. Un vero e proprio rullo compressore! In campionato vengono ottenute altre magnifiche vittorie come quella di Genova con la Sampdoria dove, in un campo allagato, una magia di Maradona regala il 2 a 1 agli azzurri e con la Roma sempre in trasferta, con un gol capolavoro di Maradona su assist di Giordano. Ma la vittoria più esaltante è senza dubbio quella ottenuta a Torino sulla Juventus, in quella giornata a pari punti con Napoli in testa alla classifica. Infatti, al gol iniziale di Laudrup, il Napoli reagisce con una rimonta straordinaria vincendo (dopo oltre 20 anni) con il risultato di 3 a 1 (Giordano, Ferrario e Volpecina gli autori dei gol). Il Napoli assume quindi il comando della classifica in solitudine. La prima sconfitta arriva, com'è consuetudine, dopo le feste di Natale il 4 gennaio a Firenze (3 a 1), con il terzo gol viola segnato da Monelli con un pallonetto da centrocampo. Ma le tre vittorie esterne consecutive con Udinese, Torino e Atalanta, rilanciano la squadra al vertice della classifica non influendo più di tanto la sconfitta di san Siro con l'Inter (punizione di Brehme fatta ritirare per ben 3 volte) e con il Verona perché con la vittoria casalinga con il Milan e con gli ultimi 3 pareggi, il Napoli si laurea Campione d'Italia con una giornata d'anticipo il 10.5.1987 pareggiando a Napoli con la Fiorentina 1-1. L'apoteosi, attesa per ben 61 anni, viene celebrata nel catino stracolmo del San Paolo (vedi foto), con striscioni che coprivano entrambe le curve e fuochi d'artificio ed addirittura paracadutisti che portarono dal cielo i vessilli azzurri in campo. La città è interamente rivestita d'azzurro ed i muri ricoperti di slogan, alcuni ironici, altri beffardi, altri allusivi, ma tutti splendidamente "napoletani". I festeggiamenti durano l'intera settimana culminando nella magica notte del 17.5.1987, ultima di campionato, vissuta in un tripudio d'euforia collettiva.


1987-88


Con la conferma di Bianchi sulla panchina, il Napoli affronta per la prima volta il campionato con il "tricolore" cucito sulle maglie, ed anche la prima Coppa dei Campioni. Putroppo nel torneo europeo incappiamo nella squadra più forte degli ultimi cinque anni in Europa: il Real Madrid di Bennacher con Michel, Butraguegno, Sanchez, ecc. La partita d'andata fu disputata a porte chiuse, in un'atmosfera surreale, perdendo con sfortuna per 2-0 subendo un'autorete ed un rigore, e sfiorando ripetutamente il gol. La partita del San Paolo fu invece giocata in una bolgia infernale: 100.000 spettatori, incasso di quasi 5 miliardi, e partita giocata a ritmi frenetici con il Napoli in attacco, a testa bassa, per i primi 40 minuti; purtoppo, dopo il gol del vantaggio realizzato da Francini (vedi foto), una palla persa a centrocampo consente a Butraguegno di colpire in contropiede e portare il Real sull'1-1. Tutti i tentativi del Napoli di ribaltare il risultato dell'andata sono vani in quanto le numerose parate fortunose del portiere spagnolo negano al Napoli il passaggio al turno successivo. Il Napoli si tuffa quindi nel campionato dando spettacolo su tutti i campi con il trio MA.GI.CA. (Maradona, Giordano e Careca) (vedi foto). Basta che la squadra decida di giocare per 10 minuti soltanto ogni partita e per l'avversario non c'è scampo. La prima sconfitta arriva come sempre dopo Natale il 3.1.88 a Milano con il Milan (4-1) dopo avere ottenuto clamorose vittorie come il 6-0 con il Pescara, 3-1 al Torino, 4-1 al Verona (gol di Maradona da centrocampo) e 2-1 alla Juventus; seguono altre vittorie come il 4-0 alla Fiorentina, il 3-1 ad Ascoli, il 4-0 con l'Avellino fino alla sconfitta in casa con la Roma. Poi l'eliminazione ai quarti di finale della Coppa Italia per opera del Torino, ed un'incredibile crollo atletico di tutta la squadra: sconfitte per 3-2 con la Juve, 3-2 a Napoli con il Milan di Sacchi, a Firenze per 3-2 ed ancora in casa all'ultima giornata con la Sampdoria per 2-1. Al crollo fisico si aggiunge il crollo psicologico dovuto alla sconfitta interna del 1° maggio con il Milan di Sacchi (che poi vincerà lo scudetto), e che annovera Gullit, Van Basten e Virdis. Questa debacle susciterà una serie di sospetti su alcuni giocatori ritenuti "traditori", su partite "vendute", ecc. In tutto questo tourbillon di polemiche i giocatori pensano bene di emettere un "Comunicato" all'indomani della partita con la Fiorentina, addossando tutte le colpe della disfatta, alla mancanza di dialogo con l'allenatore. Questo comunicato, firmato da tutti i giocatori tranne Maradona (perché fuori città) e letto da De Napoli, provocherà la dura reazione della Società che metterà fuori squadra i "senatori" ritenuti colpevoli dell'ammutinamento: Garella, Ferrario, Bagni e Giordano, e che a fine campionato sarebbero stati ceduti.


 1988-89


Dopo la rivolta dello spogliatoio contro l'allenatore verificatasi alla fine del campionato 87/88, la Società decide di confermare l'allenatore e cedere tutti i giocatori ostili. Vanno via Garella per Giuliani, Ferrario per Corradini, Bagni e Giordano per Alemao e Careca. La squadra si assesta rapidamente ottenendo alcuni risultati prestigiosi (Juventus-Napoli 3-5, Napoli-Milan 4-1, Napoli-Torino 4-1) ed altri clamorosi (Napoli-Pescara 8-2). Putroppo il campionato vede l'Inter macinare risultati su risultati, stabilendo nuovi record in fatti di punti (58), di vittorie (26), di reti fatte (67) e di reti subite (19). Il Napoli dovrà accontentarsi del secondo posto a 47 punti (nel 1987 il Milan vinse con 45 punti, l'anno prima il Napoli vinse con 42 punti e l'anno prima ancora la Juventus vinse con 45 punti). Si riscatterà alla grande in Coppa UEFA eliminando nell'ordine il PAOK di Salonicco, il Locomotiv di Mosca, il Bordeaux, la Juventus nei quarti di finale (vittoria nel ritorno al S. Paolo all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare !!), il Bayern Monaco in semifinale e lo Stoccarda di Gaudino nella finalissima. Anche in Coppa Italia arriverà alla finale dopo avere eliminato altre dieci squadre, ma perdendo la finale di ritorno a Cremona con la Sampdoria per 4-0 in una partita dai toni agonistici molto accesi (numerosi gli scambi di "cortesie" fra giocatori dentro e fuori del campo). Una stagione comunque molto gratificante sia per il secondo posto in campionato equivalente, per punti conquistati, ad uno scudetto, che per la finale di Coppa Italia, ma soprattutto per l'esaltante prima vittoria in campo europeo.


1989-90


E' l'anno del trionfo. Uso questo aggettivo perché è la sintesi perfetta per descrivere la conquista di uno scudetto sofferto, che sembrava già cucito sulle maglie dalla prima alla ventiseiesima giornata, poi improvvisamente perduto tra fanfare ed osanna per la Milano rossonera, infine caparbiamente riconquistato a due giornate dal termine. In definitiva il Napoli chiude a 51 punti, in perfetta media inglese, suggellando un quinquennio d'oro con due scudetti, due secondi posti, un terzo posto, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e, dulcis in fundo, una Supercoppa Italiana. Tra i nuovi arrivi, oltre all'allenatore Albertino Bigon, vanno segnalati quelli di Marco Baroni, Massimo Crippa (vedi foto) e Luca Fusi (vedi foto). La partenza in campionato è tutta "italiana": Maradona è in Argentina, Careca e Alemao sono al mare a smaltire le fatiche della coppa America, e la squadra incamera i primi punti in campionato con una formazione autarchica. Dopo quattro giornate gli azzurri sono al comando della classifica con la Juventus (7 punti su 8). La fantasia di due nuovi arrivi Zola (vedi foto a lato) e Mauro a sopperire il genio di Diego. Alla quinta arriva Maradona e c'è la Fiorentina al S. Paolo. Il primo tempo finisce 2 a 0 per la Fiorentina con due prodezze di Roberto Baggio. Nel secondo tempo ci pensa Diego e finisce 3 a 2 per il Napoli. Il Milan battuto alla settima giornata con un secco 3-0, perde anche a Cremona ed Ascoli totalizzando sei punti di distacco. Il Napoli batte anche i campioni in carica dell'Inter con due gol nel finale. Alla tredicesima il vantaggio su un gruppetto di inseguitori (Inter, Milan e Sampdoria) è di tre punti. L'eliminazione dalla Coppa Italia ed anche dalla Coppa UEFA, trofeo detenuto proprio dal Napoli, e l'infortunio di Renica sono il preludio di una crisi che esplode all'ultima giornata di andata: il 30 dicembre a Roma la Lazio vince 3 a 0. Non ci sono attenuanti. La squadra sbanda ed il Milan vola portandosi a due punti, con una partita da recuperare. Anche l'Inter si avvicina ma la vittoria a Firenze dimostra che il Napoli non vuole mollare. La clamorosa rimonta del Milan si concretizza con l'aggancio al secondo scontro diretto: a S. Siro vince infatti per 3 a 0. Due domeniche dopo anche l'Inter si prende la sua rivincita (3-1 a S. Siro) ed il Milan passa in testa con due punti di vantaggio. E' la fine del sogno? Mai dire mai! Anche il Milan accusa i primi cedimenti e gli azzurri, nonostante la sconfitta con la Sampdoria riducono il distacco ad un solo punto. L'8 aprile avviene la svolta: l'arbitro Lanese non vede il gol della vittoria del Bologna sul Milan ma a Bergamo una monetina ferisce Alemao alla testa e sarà 2-0 per il Napoli a tavolino (contro lo 0-0 ottenuto sul campo). Le due squadre, a 180' dal termine, sono appaiate. Il sorpasso avviene la domenica successiva con il Napoli che trionfa a Bologna (4-2) mentre il Milan perde 2-1 dal Verona. L'ultima partita vede ancora una vittoria del Napoli sulla Lazio (1-0 gol di Baroni) per il meritato trionfo azzurro. Quest'anno il Napoli uguaglierà il record del maggior punteggio e del maggior numero di vittorie casalinghe (16 vittorie ed 1 pareggio su 17 incontri, per complessivi 33 punti conquistati al S. Paolo sui 51 realizzati in tutto).


1990-91


Confermato A. Bigon in panchina, la campagna acquisti vede la conferma dei principali artefici del 2° scudetto; le cessioni riguardano il portiere Giuliani, Carnevale, Fusi (vedi foto), Bigliardi e Tarantino (oltre a Di Fusco, Neri e Bucciarelli). Tra i nuovi arrivi vi sono quelli del ex portiere della nazionale Giovanni Galli, Incocciati e Silenzi per l'attacco, Rizzardi per la difesa e Venturin per il centrocampo.Arriva anche il giovane Taglialatela per il ruolo di 12°. Il rendimendo della squadra è piuttosto deludente, vivendo di riflesso la crisi del suo leader Maradona (vedi foto). I noti problemi di tossicodipendenza rendono l'asso argentino sempre meno presente agli allenamenti ed il suo rendimento cala progressivamente. Dopo lapartita del 17/3/91 al S. Paolo con il Bari, viene anche trovato positivo al controllo antidoping. L'inevitabile squalifica, unita ai numerosi problemi giudiziari che seguirono, lo costrinsero fuori dall'Italia per molti anni. La sua ultima presenza in campionato fu a Marassi contro la Sampdoria dove segnò su rigore il gol azzurro del sonoro 4-1 subito. La squadra finisce il campionato all'8° posto con 37 reti fatte ed altrettante subite (Silenzi segna soltanto 2 reti contro le 8 di Carnevale dell'anno precedente e Maradona soltanto 6 invece di 16). L'inizio è molto sofferto: infatti alla 10^ giornata, dopo la sconfitta per 2-1 a S. Siro con l'Inter, il Napoli con soli 8 punti in classifica è in zona retrocessione. Poi con un lento recupero riesce a posizionarsi in una zona di classifica più tranquilla ma, durante tutto il campionato, non riesce ad ottenere nessuna vittoria contro le squadre più blasonate. Eppure le premesse erano state molto promettenti con la vittoria della Supercoppa Italiana ai danni della Juventus per 5-1 con doppiette di Careca e Silenzi e reti di Crippa (vedi foto) e Baggio (per la Juve). In Coppa dei Campioni invece viene eliminato al 2° turno per opera dello Spartak Mosca, senza avere subito né sconfitte né gol al passivo (ai rigori errore decisivo di Baroni). Infine in Coppa Italia arriva alla semifinale con la Sampdoria che recupera lo 0-1 del S. Paolo con un 2-0 a Marassi. Tatticamente la squadra applicava uno schema 4-3-1-2 con Galli in porta, Ferrara e Francini terzini, Baroni e Corradini difensori centrali, Crippa, Alemao e Mauro a centrocampo, Maradona (o Zola) più a ridosso delle punte, e Careca e Silenzi (o Incocciati) in attacco.


 1991-92


Arriva Claudio Ranieri sulla panchina degli azzurri. La società opera anche una mezza rivoluzione tecnica: i partenti Maradona, Renica, Baroni, Incocciati, Rizzardi, Venturin e Taglialatela vengono rimpiazzati dal portiere Giovanni Galli, da Blanc (libero), Filardi, Pusceddu e Tarantino (terzini), Stefano De Agostini (centrocampista), Padovano (ala) e Sansonetti (secondo portiere). Decisamente migliore del precedente, in questo campionato il Napoli raggiunge il posto con 56 reti fatte e 40 subite (15 reti Careca, 12 Zola, 7 Padovano e ben 6 Blanc). Dopo la pausa natalizia, la solita batosta a San Siro con il Milan per 5-0, ed uniche soddisfazioni le due vittorie casalinghe contro la Roma 3-2 (1° tempo Roma in vantaggio per 2-0) e la Lazio per 3-0. Assetto tattico: il portiere (Galli), 2 terzini (Ferrara (vedi foto) e Francini), uno stopper (Corradini) ed un libero (Blanc); a centrocampo De Napoli a destra, Alemao al centro, e Crippa a sinistra con Zola più avanzato e Careca ed Incocciati di punta. Semplice ma efficace!! In Coppa Italia la Roma ci elimina al 3° turno.


Periodo precedente
(1982-1984)

Periodo successivo (1991-2000)